Karem Ibrahim working

 

L’interesse per la manipolazione viscerale si deve a Jean Pierre Barral attuale direttore del dipartimento di manipolazione viscerale alla Facoltà di Medicina dell’Università di Bobigny-Paris-nord.

Come spiega nei suoi libri l’ipotesi di partenza è che tutti gli organi o visceri in buona salute possiedono un movimento fisiologico. Questo movimento è interdipendente a causa delle membrane sierose che avviluppano l’organo, la fascia e i legamenti, che li connettono anche al sistema muscolo-scheletrico.

I visceri sono dotati di una propria motilità vale a dire della capacità del viscere stesso di muoversi. Si tratta di un movimento lento e di ampiezza tale da essere quasi impercettibile alla vista, ma lo è al tatto, anche se richiede una adeguata sensibilità e allenamento. Vi è poi una mobilità indotta dai movimenti volontari o dal movimento del diaframma durante la respirazione. Le relazioni anatomiche dei visceri variano quindi col variare dei movimenti volontari dello scheletro.

Se si crea una modificazione del movimento dell’organo, questo può andare incontro ad una fissazione articolare che causerà una aderenza o una restrizione che si ripercuotono anche nelle strutture ad essa collegate causando un indebolimento dell’organo.

Una cicatrice che sia visibile come una appendicite, o interna come quella conseguente a un processo infettivo o a un atto chirurgico profondo, crea uno stato permanente di irritazione forzando i tessuti a sfregarsi l’uno contro l’altro, diventando il centro di una diminuzione patologica del movimento. Lo stiramento causerà spasmi sia localizzati che, per via riflessa, generalizzati. Diminuisce la circolazione sanguigna e linfatica, si alterano i processi autoimmuni.

Per fare la diagnosi bisogna saper localizzare e classificare i diversi tipi di fissazione. Lo si fa appoggiando la mano sull’organo da testare con una pressione che va dai 20 ai 100 grammi. Più il movimento è preciso minor forza sarà necessaria anche per la manipolazione. Fatta la diagnosi si inizierà la manipolazione viscerale mediante l’utilizzo di forze specifiche sempre molto dolci. Manipoliamo sino al momento in cui il corpo è in grado di assumere l’autocorrezione del problema, non imponiamo al corpo una correzione. In altre parole forniamo uno stimolo al quale il corpo è in grado di rispondere. E’ necessario sintonizzarsi sul paziente per sentire il ritmo, la vitalità e la resistenza del tessuto sul quale si lavora. Il ruolo dell’osteopata è di far ripartire l’organo e il corpo riprenderà da quel punto.

Poche sono le controindicazioni: organi infetti, presenza di corpi estranei, per esempio gli IUD, i calcoli, se non si è sicuri che possano essere espulsi.

manipolazione viscerale
Manipolazione viscerale